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venerdì 15 novembre 2013

L'aria umida e futuristica in Blade Runner

Tra le opere di maggior rilievo del director Ridley Scott, se non il miglior film, Blade Runner riesce a conquistare attenzioni e a suscitare tanta curiosità da tutti coloro che hanno condiviso nell'immaginario collettivo un futuro da mozzare il fiato :  è quello che fa questa pellicola "cult" con i suoi colori, le sue melodie e il suo scenario fantascientifico.

TAGLINE   "L'uomo ha creato il suo doppio... ora è un problema suo." 

Il lavoro realizzato da Scott è considerato "l'inizio dell' Era digitale" nel mondo della tecnica cinematografica. Insomma c'è da elogiarlo per aver prodotto un capolavoro del genere, anzi, del nuovo genere fantascientifico. 


A grandi linee, la trama del film si basa sul romanzo di Philip Dick , "Il cacciatore di androidi" scritto nel 1968 : Deckard , un ex cacciatore di replicanti, viene richiamato per un ultima missione, ma durante il caso incespica innamorandosi di Rachel, una dei replicanti in fuga...
- Non sono il tipo da SPOILER ma vi consiglio vivamente di guardarvelo, per chi ancora non ha avuto il piacere. Insomma, non è una di quelle storie poliziesche spaziali , non c'è nemmeno tanta di quell'azione : poesia,suspense e spettacolo grafico ai limiti dei sogni umani.-

Rachel, interpretata da una sensuale Sean Young, è inebriante nei movimenti, fredda nella mimica, eppure traspare un fascino "sublime" di una donna sicura e decisa, seppur mostrando nel corso della vicenda, quelle paure che caratterizzano le debolezze degli esseri umani.
 Dal dominio dei super-sensi a vittima dell'amore e della cosiddetta "condizione umana":  riesce a esplodere attraverso un implosione di se stessa!

"Gaff era stato là, e l’aveva lasciata vivere. Per quattro anni, ha raffigurato. Si sbagliava. Tyrell mi ha detto che Rachel era speciale: nessuna data di termine. Non sapevo per quanto tempo saremmo stati insieme. Ma chi è che lo sa?" 
(*voce fuori campo nella scena finale del Domestic Cut, non presente nel Director's Cut)



Harrison Ford in certi versi , ripropone lo stile coraggioso di Ian Solo , noto personaggio in Guerre Stellari, ma qui appare più acciaccato, vorrei dire più scoglionato, ma sarebbe troppo per uno come lui! Insomma, nei panni dell'ex cacciatore di replicanti Rick Deckard, arranca, e fatica a riprendere la marcia giusta. In effetti , qui parliamo di un inatteso ritorno alle armi, dopo una carriera memorabile, ma egli non è certo il tipo che si tira indietro.
Ford riesce benissimo a reggere il confronto con il profilo raccontato nel romanzo di Dick : freddo, "cazzuto" e quasi inerme davanti a una situazione che non può controllare, in uno sfondo umido e luminescente come la futuristica Los Angeles , collocata nell'anno 2019.

"Non cercano killer nelle inserzioni sui giornali. Quella era la mia professione. Ex-poliziotto. Ex-cacciatore di replicanti. Ex-killer. "

             

Rutger Haur, alias Roy Batty, è uno dei replicanti fuggiti dalle colonie extramondo, anzi che dico , il replicante. E' il leader del gruppo e l'antagonista del film. Rutger riesce a impersonare un personaggio ben definito, che agisce per necessità, ma soprattutto agisce per fame, quella della curiosità, intrinseca in ogni essere vivente. Per tutto il film anticipa le mosse del cacciatore e fa di tutto per raggiungere il suo obiettivo, ovvero, allungare la sua vita (ricordando che i replicanti sono dotati di un termine di durata standard in n* di anni) ma nello stesso tempo che disprezza e contrasta " le autorità" mostra ammirazione e dedizione per l'essere umano, ricordando la famosa scena finale sotto la pioggia, ormai divenuta cult nella storia del cinema:

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire."



In questa storia c'è tutto quel che serve per renderla credibile e avvincente : ben poca ma limitata dose di azione, più spazio alla scena, alle musiche e agli "occhi" , ben contornato da dialoghi e voci fuori campo (la stessa del protagonista)  insieme a un gioco di luci spettacolare. Il mio unico rimpianto è stato quello di non essere riuscito a guardarlo su grande schermo. Lo considero una gemma della storia del cinema e del genere fantascientifico,e non può mancare fra gli scaffali dvd personali!


Consigliato al 100% !

P.S. Scegliete la prima versione di Blade Runner ovvero "The Final Cut", perchè nella seconda "Director's Cut "hanno tagliato mezza scena finale pre- titoli di coda (vedi quella sopracitata nella descrizione di Rachel)

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